Il cubo di Rubik

Il cubo di Rubik

Sei lati, ogni lato 9 quadratini colorati, e tutti i lati che si possono muovere sia in orizzontale che in verticale..vi sembra di ricordare, vero? 43.252.003.274.489.856.000 (si, proprio 43 miliardi di miliardi..) di possibili combinazioni, e una sola che portava al risultato agognato, tutte e 6 le facce del colore giusto, nello stesso momento! Uscito dalla mente malefica di un matematico ungherese, il cubo di Rubik é stato per noi ragazzi degli anni '80 quello che i Pokemon sono stati per i ragazzini degli anni '90, una mania, una febbre da cui non si poteva guarire. In tutti i formati e le dimensioni, ci giocavamo a tutte le ore, a scuola e fuori scuola, anche e soprattutto durante le lezioni..e mentre per molti l'unica soluzione possibile era quella di staccare i quadratini colorati e attaccarli dove serviva, ai campionati mondiali c'era chi lo completava in meno di 30 secondi (grr...grr..!!).

Il dolce forno Harbert

Il dolce forno Harbert

La Harbert, mitica casa produttrice di giocattoli, superò se stessa ed entrò nel mito col Dolce forno, che consentiva a tutte le bambine di improvvisarsi cuoche, e intanto le preparava a un futuro da casalinghe..Noi maschietti magari ridacchiavamo, ma non erano poche le volte che abbandonavamo le nostre macchinine sulla pista Polistil e aiutavamo le nostre sorelle e amiche a preparare qualche intruglio, che sarebbe dovuto diventare una torta paradiso, o una crostata...

Il super tele

Una retina di super tele

Dici Supertele e per noi maschietti degli '80 é come dire Barbie per le ragazze: un mito da venerare, un'icona indimenticabile del tempo che fu.. venduto nell'immancabile cordicella tagliadita a 500 lire, il tele era più rassicurante della mamma, perché sapevi che anche a bucarne tre in un pomeriggio, si riusciva sempre a fare la colletta per comprarne un altro, e poi un altro ancora.. caratterizzato dalla incredibile leggerezza, era il terrore dei portieri per le traiettorie impossibili che assumeva, magari dopo una puntata maligna dell'attaccante. Inutilizzabile negli spazi aperti e nei giorni di vento, quando veniva sostituito dal più solido Super santos, se non addirittura dal maestoso Tango, ha formato generazioni di rapaci dell'area piccola e di portieri falliti, che affogavano la disperazione per l'ennesima brutta figura con una gazzosa doppia..

La Girella Motta

Toro farcito e la girella Motta

Un fenomeno di marketing, prima che una merendina: con le avventure dell'allegra tribù di capo Toro farcito che difendeva le sue scorte di girelle dal Golosastro, un inetto criminale che mirava al tesoro degli scaltri pellerossa. Le loro avventure imperversavano su Topolino e anche in televisione, e in fondo poco contava che la girella in sè fosse buona o meno (a me il cacao risultava un po' troppo amaro), perchè quello che volevamo era sentirci parte della tribù di Toro farcito (pensa te, roba veramente da neuro..ma che volete farci? Siamo stati una generazione di ingenui creduloni..).

Il Subbuteo

Gli omini del subbuteo

Quando non c'era ancora il fantacalcio, la fantasia degli incalliti tifosi in erba si esprimeva su un rettangolo verde di feltro, manovrando con abili colpi in punta di dita piccole figurine di calciatori attaccati a una base semisferica, il cui compito era portare in rete un pallone molto più grande di loro, superando un portiere che si muoveva attaccato a un'asta metallica. Non è stato tanto il semplice giocarci che ha reso il subbuteo un amico indimenticabile per moltissimi bambini di fine anni 70 e inizio anni 80, ma tutto quello che c'era intorno: la cura con cui si riparavano con la colla gli omini che si rompevano (in genere all'altezza delle ginocchia), la possibilità, quando si riusciva a mettere via qualche liretta, di comprare nuove amenità quali la figurina dell'arbitro, le tribune e i tifosi, addirittura le luci per le notturne o i giocatori fermi nell'atto di compiere una rimessa laterale, o battere un calcio d'angolo.. E poi le squadre incredibili che si scoprivano, quando dalla scatola imparavi che la maglia neroazzurra non era solo quella dell'Inter o dell'Atalanta, ma anche del Pisa, o del Brugges, o di qualche squadra danese, e poi squadre esotiche come il Racing di Avellaneda, l'Independiente, il Penarol, Il Falkirk. Grande, un ricordo di quando il calcio era ancora solo uno sport e un motivo per sognare.

Le figurine dei calciatori

L'album calciatori 1983

Non é tanto il fatto che ho imparato a leggere con l'album delle figurine, nè quei personaggi mitici che affiorano dal passato: Mozzini, Bet, Tavola, Frustalupi, Bini, Bachlechner.. Marocchino, Spinosi, Maldera (III), Cordova.. e non sono nemmeno i pomeriggi passati a imparare l'arte della contrattazione per cercare di ottenere le 5 figurine che ti mancavano per finire l'album, o le infinite partite a "rosso e bianco" o a "muro".. e in fin dei conti, non è nemmeno il ricordo dei mitici doppi scudetti della serie C2, con squadre come il Casale, il Casarano, il Derthona, il Fanfulla.. Niente di tutto questo, è l'odore delle figurine dei calciatori che mi fà stringere il cuore in un moto di compassione per un bambino che ormai è più di 30 anni indietro nel passato.. l'odore, ragazzi.. che meraviglia l'odore delle figurine Panini.. per me sarà sempre l'odore degli anni '80..

Il Vic 20 e il Commodore 64

Il commodore Vic 20

Il primo computer di decine di migliaia di futuri hacker, ingegneri informatici e quant'altro, che impararono i primi rudimenti del basic, il vic 20 (5 Kb di ram..), prodotto agli inizi degli anni 80 dalla Commodore, che vendette più di 2 milioni e mezzo di esemplari, introdusse al grande pubblico il concetto di computer per tutti, dato il suo prezzo contenuto. Fu sostituito dal 64, che sarebbe diventato il computer più venduto di sempre, in oltre 10 milioni di pezzi, molto più "potente" (64 Kb di ram), che introdusse un'intera generazione al divertimento videoludico, con i giochi che andavano caricati sulla memoria a cassette magnetiche esterna, e i quasi inevitabili problemi di caricamento ("load error"), almeno fino all'arrivo del mitico turbo loader..

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ll lemonissimo

150 lire, questo serviva per comprare un ghiacciolo, 150 lire per un mix di acqua e coloranti vari.. ma vuoi mettere, con 500 lire ne compravi 3 e ti avanzavano 50 lire per 2 gomme da masticare.. Un trio di ghiaccioli ha imperversato per le mie estati: il lemonissimo, il fior di fragola, e il magic cola, e poi c'era anche "lo squalo" che lasciava la lingua blu, o il jumbo jet con lo stecco di liquirizia che ci lasciava le dita appiccicose.. tutti passati in secondo piano quando arrivò il mitico calippo, restano comunque uno dei ricordi più freddi delle mie vacanze..

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Le 500 lire

500 lire, il lasciapassare verso divertimenti, bontà da gustare, figurine. Con 500 lire ci sembrava di essere davvero ricchi, ci compravi 5 pacchetti di figurine, o tre ghiaccioli (vedi a lato), o ci giocavi 5 partite a flipper o ai videogiochi, o ci andavi sull'autoscontro al luna park. Ancora, ci compravi due pezzi di pizza, o due pacchetti di patatine, o un super tele.. notare gli "o", erano sempre 500 lire, mica un milione, ma niente mi dava uguale soddisfazione e un senso di possibilità, in confronto le mille lire erano troppo "impegnative"..

Le BBurago

Una BBurago

Mai stanchi di cartoni a quattro ruote, sfide sulle piste Polistil, automobiline caricate a "sparacini" che si lanciavano addosso al muro e producevano botti, noi ragazzini degli anni 80 vedevamo appagata la nostra voglia di velocità anche con le automobiline della BBurago, in particolare le mitiche 1:43, una scala di riduzione che le rendeva particolarmente pratiche da maneggiare per le sfide sulle piste nel salotto o in riva al mare, e che aveva anche il vantaggio di essere alla portata delle nostre piccole finanze dell'epoca. Uno degli oggetti più pubblicizzati sui giornaletti dell'epoca, in particolare su Topolino, introdusse molti al fascino del collezionismo, magari con le scale maggiori 1:24 o 1:18.

Le sorprese del Nesquik

Una confezione storica di Nesquik

Oltre a "rendere il latte prelibato" col suo sapor di cioccolato, Nesquik era un dispensatore di fantastici regali, sempre interrati (o incioccolati?) in una bustina nel fondo del contenitore di plastica, tra cui riemergono i dischi volanti dei supereroi DC Comics (Batman, Superman..) e le monete romane di Asterix. I primi, erano dischetti di plastica con il simbolo del supereoe, che si potevano lanciare usando come leva uno stecchetto che andava meso in una fessura del disco, mentre le monete di Asterix erano fantastici pezzi di metallo contorto che rappresentavano gli imperatori romani e avevano un suntuoso raccoglitore per la imperitura conservazione...

Le sorprese delle patatine

Le supercar gattiger

Come per il nesquik, le patatine non si compravano per il contenuto alimentare, ma per i piccoli regali che contenevano: ho ricordi di una specie di pipa in cui si soffiava per far restare in aria una pallina di plastica, per esempio, o di un tubetto di plastica in cui si soffiava e che tramite una piccola ventola produceva il classico suono "wooshhh..". E ancora, i glitters, le sorprese tutte brillantate che si attaccavano e staccavano dai vetri, le macchinin del supercar gattiger da unire insieme, ma soprattutto, ricordo le incredibili magliette delle squadre di calcio: erano sacchetti di plastica leggerissimi che si rompevano al minimo movimento, ma vuoi mettere la soddisfazione di indossare la maglia della tua squadra per la partita del pomeriggio? (ovviamente con il super tele..).

Le crystal balls

Le crystal balls

Ideate da un chimico brianzolo, si formavano soffiando in cannucce su pezzi di pasta dall'odore nauseabondo tipo das, creando coloratisime bolle trasparenti e leggere, molto più leggere dei palloni, ma che comunque finivano puntualmente per rompere i vasi di casa. Con una pubblicità capillare su Topolino e in tv ottennero un successo strepitoso.

I trasferelli

I trasferelli

Ve li ricordate? Colpirono come un ciclone tutte le scuole d'Italia all'inizio degli anni '80: erano fogli trasparenti con delle immagini che si potevano trasferire su carta esercitando una pressione, con una penna o una matita, sulla parte superiore dell'immagine: lo stesso sistema con cui si attaccano adesso toppe e disegni con un ferro da stiro. Sempre tematici, potevano riguardare il mondo delle corse, la conquista dello spazio, un safari nella jungla.. per noi ingenui bambini degli anni '80 erano uno strumento formidabile per stimolare la fantasia e la creatività, altro che i cellulari e le suonerie..

Le BMX

La BMX dell'Atala

Create in California negli anni '60, le bmx (abbreviazione per bicicletta da motocross) divennero famosissime solo agli inizi degli anni '80, quando si sviluppò una vera e propria cultura delle piccole, leggere biciclette con le ruote da 20 pollici. Adatte sia a evoluzioni acrobatiche che a gare sui dossi di sabbia dei percorsi del motocross, ebbero una grandissima spinta anche dal film "E.T.", in cui i piccoli protagonisti le utilizzano per volare via col loro amico extraterrestre. Poi abbandonate dall'utente "comune", sono ancora molto utilizzate in gare di discesa e di freestyle.

Gli adesivi del Camel trophy

L'adesivo del Cameltrophy 87

Un'idea promozionale della Land Rover divenne presto per noi ragazzini sinonimo di avventura ed emozione.. del resto, dei raid su jeep organizzati in paesi esotici come Sumatra, Papua Nuova Guinea, il Borneo, l'Amazzonia non potevano non stimolare la nostra fantasia, e bastava appiccicare sulla bicicletta, e poi sui motorini, uno degli adesivi che si trovavano facilmente in giro per sentirsi parte di quell'avventura, anche se poi non ho mai saputo che fine abbiano fatto gli equipaggi italiani in gara..(ma in Borneo ci sono i cannibali?).

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I quindici

La mia prima enciclopedia, "I libri del come e del perchè", che avevano nomi del tipo "Come funzionano le cose", "Come le cose cambiano", "Cosa fanno gli uomini", e poi i volumi dedicati al mondo animale, e alle piante, allo spazio, ai luoghi del mondo, oltre ai due volumi più consultati dal sottoscritto, quello delle favole, riccamente illustrato, e quello del corpo umano, che aveva un lucido che si poteva sovrapporre alla figura dell'uomo per riconoscere i muscoli e le ossa, troppo forte.. Ho imparato molto da questa enciclopedia che non si "dava un tono" ma era molto allegra, come i colori dei dorsi dei suoi volumi.

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Alcune scatoline del mulino bianco

4 milioni di pezzi a settimana prodotti all'apice del successo delle scatoline del Mulino bianco, una geniale idea di marketing a forma di contenitori di fiammiferi svedesi, che contenevano piccoli giochi, rompicapo, a volte carte da gioco, puzzle, segnalini e tabelloni per giochi tipo quello dell'oca, e centinaia di altri piccoli passatempi. Il fatto poi che si potesse collezionare le piccole scatole nel mitico sorpresiere, una bacheca con la porta trasparente, rese le sorprese del Mulino bianco un vero fenomeno di culto tra i ragazzini di tutte le età.

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