La voce del padrone

Franco Battiato e La voce del padrone

Un "reduce" della grande stagione italiana del progressive e della sperimentazione sonora degli anni '70 ("Fetus" e "Pollution"), trova il clamoroso successo commerciale nel 1981 Franco Battiato. "La voce del padrone" è un disco che racchiude dietro quelle che sembano canzonette (come "Bandiera bianca") una feroce critica all'Italia della tanta forma ma poca sostanza, cafona e prepotente, che stava emergendo all'inizio degli anni '80. "Segnali di vita" e soprattutto "Gli uccelli", poi, sono due poesie che trascendono il campo musicale, nel primo disco italiano a superare il milione di copie vendute, un'autentica gemma della nostra musica popolare.

Disco dell'anno

Face value

Grande debutto solista per Phil Collins

Batterista e seconda voce della formazione classica dei Genesis, poi leader del trio che diventerà una macchina da soldi negli anni '80, debutta da solista e fa subito centro Phil Collins. "In the air tonight" spinge questo "Face value" a vendite milionarie e dischi di platino in tutto il mondo, con un suono ricercato che si basa molto su elementi del rhytm and blues e del jazz. Nonostante fosse un grande batterista, Collins usò anche delle batterie elettroniche programmate nel disco, una scelta che lasciò interdetti molti critici, ma non il pubblico.

Queen - Greatest hits

Il primo greatest hits dei Queen

I Queen fanno il punto sulla loro produzione degli anni '70 e raccolgono un numero di successi quasi imbarazzante per quantità e qualità. Praticamente non c'è un punto debole in questo primo Greatest hits del gruppo di Freddie Mercury (ne seguiranno altri due), ma "Bohemian rhapsody" resta la pietra angolare, una canzone che con i continui cambi di registro e tono continua a sorprendere quasi 40 anni dopo l'uscita. "Somebody to love", "Save me", "Another one bites the dust", "Flash", dal film "Flash Gordon", e i successi da stadio "We are the champions" e "We will rock you" sono le altre hits "un po' più hits" nell'album campione di vendita dell'anno, con oltre 25 milioni di copie.

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Business as usual

Business as usual

L'album di debutto della band australiana di Colin Hay è un successo mondiale, numero uno in tutto il mondo nel 1982, anno in cui viene distribuito fuori dall'Australia. "Who can it be now?" è il singolo di riferimento, e uno dei video di maggior successo dei primi anni di MTV. Con la loro musica scanzonata, i Men at work continuarono a sfornare successi, in particolare il successivo "Cargo", del 1983, anche se non riuscirono mai a ripetere il clamoroso exploit di questo disco. Di recente, Colin Hay è stato riconosciuto colpevole di plagio per aver copiato il tema di "Down under" da una canzone della tradizione australiana, ma il verdetto non è stato troppo negativo (5% delle royalties dal 2002).

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Ghost in the machine

Ghost in the machine dei Police

Ispirato fin dal titolo dal lavoro seminale del saggista Arthur Koestler, che descrive il dualismo cartesiano tra mente e corpo dell'uomo moderno, "Ghost in the machine" dei Police è un viaggio intimista nella psiche dell'uomo del ventesimo secolo, esplorato in canzoni come "Invisible Sun", "Spirits in the Material World", "Omegaman" e "Rehumanize yourself". "Every little thing she does is magic" è invece molto più leggera, ma non di minor successo. Con un altro titolo assai particolare, "Synchronicity", da li a due anni Sting e soci realizzeranno uno dei migliori album degli anni '80.

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Tattoo you

Tattoo you degli Stones

Mick Jagger e soci arrivano negli anni '80, e anche se non c'è più nessuna "Satisfaction" o "Sympathy for the devil" rimasta nel serbatoio, si difendono con onore. "Start me up" è il singolo di riferimento dell'album e raggiunse da solo le vette delle classifiche, trascinandosi poi dietro il resto dell'album, che sarà l'ultimo numero 1 americano per gli Stones. Piuttosto banali i video delle canzoni, tranne "Neighbours", un riuscito omaggio a "La finestra sul cortile" di Hitchcock.

Kim Carnes Disco e canzone dell'anno per Kim Carnes, con "Bette Davis eyes", mentre l'album dell'anno premia postumo John Lennon, con "Double fantasy". Lena Horne, Al Jarreau e i Manhattan transfer vincono il grammy per i migliori lavori pop, Pat Benatar e Rick Springfield sono l'artista donna e uomo nella categoria rock. I Police portano invece a casa il grammy per la migliore performance rock di gruppo e per quella strumentale. La colonna sonora di "Momenti di gloria" del compositore Vangelis vince l'Oscar, che nella categoria migliore canzone va a Cristopher Cross, per "Arthur's theme".

L'album di maggior successo dell'anno in Italia, almeno fino all'uscita de "La voce del padrone", è "Making movies" dei Dire Straits, che si esibiscono anche a Sanremo. I Pooh "Strada facendo" di Claudio Baglioni, con il successo omonimo, "Icaro" di Renato Zero, con la scanzonata "Il triangolo" e la più poetica "Il carrozzone" e "Buona fortuna" dei Pooh, con l'elettrica "Chi fermerà la musica" hanno tutti buoni motivi per essere considerati sul podio e mettono in secondo piano i pur ottimi "Cervo a primavera" di Riccardo Cocciante e "La grande grotta" di Alberto Fortis. "Yes I know my way" fa conoscere a tutti l'energia di Pino Daniele, mentre sono un successo tutto italiano, anzi veneto, i Rondò veneziano. Nikka Costa Ha soli 9 anni Nikka Costa, una bambina dalla voce pazzesca che sbaraglia le classifiche di mezzo mondo con una canzone d'amore, "On my own", rimanendo al numero 1 in Italia per 14 settimane di fila. A fine anno, solo Kim Carnes, con il successo mondiale "Bette Davis eyes", la scalzerà dalla vetta. A metà dicembre, entra in classifica "Reality" di Richard Sanderson: sarà il tema portante di migliaia di feste di carnevale per i successivi anni. A Sanremo vince Alice, con "Per Elisa": abbastanza sottovalutata all'epoca, ma poi giustamente celebrata come una delle migliori canzoni vincitrici della rassegna canora. Loretta Goggi è seconda con "Maledetta primavera", ma si prenderà il primato delle vendite. Altra canzone che travalica l'edizione del festival per diventare una delle più ricordate degli anni 80 è "Sarà perchè ti amo" dei Ricchi e Poveri.

Kim Carnes canta gli occhi magnetici di Bette Davis ed è l'unica ad avere vendite paragonabili a Nikka Costa. "Woman" riporta in classifica il compianto John Lennon, mentre "Tainted love" è l'unico vero successo della carriera dei Soft cell. I soft cell Christopher Cross dà un seguito al successo del suo album di debutto con "Arthur's theme", Olivia Newton John fà di "Physical" il migliore spot per la sua seconda carriera, di istruttrice di fitness in videocassetta. I Queen e David Bowie fanno un'ottima joint venture con "Under pressure", gli Human League diventano i maestri del synth pop con "Don't you want me", ma gli Ultravox si oppongono con "Vienna". I Jacksons sono ancora cinque, e ottengono un clamoroso successo con "Can you feel it", Kim Wilde replica i successi dell'album di debutto con il singolo "Cambodia". L'austriaco Falco propone il rap in salsa tedesca con "Der kommissar", "Harden my heart" è la grande "one shot" dei Quarterflash.

La compilation del 1981

La compilation

  • Moving pictures dei Rush

    Moving pictures

    Il titolo è un gioco di parole sui quadri traslocati in copertina, quadri che commuovono e immagini di un film sempre "moving pictures", appunto

  • Escape, grande successo dei Journey

    Escape

    Uno degli album di maggior successo degli anni '80, in moltissime liste dei greatest hits di varie riviste musicali

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  • Level 42 debuttano con l'album omonimo

    Level 42

    Il nome della band deriva dal libro cult "Guida galattica per autostoppisti", dove "42" è la risposta al senso della vita

  • Underneath the colours

    Underneath the colours

    Rilasciato nel resto del mondo solo nel 1984, dopo che la band di Michael Hutchence aveva iniziato ad affermarsi

  • Il lavoro migliore dei Kraftwerk

    Computer world

    I Kraftwerk, paladini del pop elettronico, rilasciarono il singolo "Pocket calculator" in 4 diverse lingue, tra cui l'italiano

  • Grace Jones

    Nightclubbing

    La copertina è un dipinto, tratto da una precedente foto, entrambe dell'artista Jean-Paul Goude

Gli altri successi del 1981

Hi infidelity

I Reo Speedwagon arrivano fin al 1981 con "Hi Infidelity", trascinata da "Keep on loving you". Anche l'ultimo album di John Lennon, "Double fantasy", ha maggior successo nel 1981 che nell'anno di uscita. "Mistaken identity", con la voce roca come carta vetrata di Kim Carnes, contiene "Bette Davis eyes", il singolo numero uno in tutte le classifiche mondiali nel 1981, "Escape" porta finalmente al successo i Journey, con "Don't stop believin'". Gli U2 sono al secondo album, "October", con "Gloria" e "With a shout", debutta invece un quintetto di Birmingham, con un album pieno di promesse che porta il nome della band: Duran Duran. "Planet Earth" è il singolo migliore, e con il successivo "Rio" fa intravedere potenzialità che poi non verranno del tutto mantenute. I Genesis in versione trio realizzano "Abacab", accolto da ottime vendite e recensioni critiche. Daryl Hall e John Oates ottengono grande successo con "Private eyes".

Adam Ant

Gli AC/DC quasi replicano il successo di "Back in black" con "For those about to rock (we salute you)", mentre la 20enne Kim Wilde ammalia i giovani con i video raffinati di "Kids in America" e "Chequered love", dal suo album di debutto. Hanno successo soprattutto in Gran Bretagna i Roxy Music di Brian Ferry, con la loro versione di "Jealous guy" di Lennon, e Adam and the ants, idoli delle teenagers, con "Kings of the wild frontier". "Dare" degli Human League contiene "Don't you want me", uno dei maggiori successi del synth pop di inizio anni '80, più o meno la musica che fanno i Foreigner, numeri uno per molte settimane con "4", grazie a "Waiting for a girl like you". "Dead ringer" ripropone le ballate rock del corpulento Meat Loaf, ma senza il successo clamoroso di "Bat out of hell".

Il 19 settembre, Paul Simon e Art Garfunkel richiamano oltre 500.000 persone al loro concerto al Central Park di New York, in quello che rimarrà per anni il live più visto della storia.

Meteore di mezza estate

Alberto Camerini

Non arriva mai al numero uno, ma rimane in classifica più di tre mesi e diventa un autentico fenomeno Alberto Camerini: l'Arlecchino elettronico si presenta in tv con creste multicolori e un disco pieno di suoni elettronici: è la fantastica "Rock 'n roll robot". Seguirà un altro successo, "Tanz bambolina", e poi più niente. Quasi una versione di Camerini al femminile è la punk Donatella Rettore, in classifica con "Donatella". La bella Lio Arriva invece dal Belgio il simpatico Plastic Bertrand, che si farà conoscere grazie a "Hula hoop" e poi si ripeterà con l'altrettanto "impegnata" "Ping pong". È francese invece la deliziosa Lio, che dura lo spazio di un pomeriggio in cima alle classifiche con "Amoureux solitaires". Claudio Cecchetto non è una meteora, e infatti non è nemmeno una canzone "Gioca jouer", ma un simpatico passatempo da feste di carnevale: numero uno anche per lui, però. Si affacciano alla ribalta per qualche minuto anche i Collage, con "I ragazzi che si amano" e tale Paolo Barabani, "Hop hop somarello"..

Sono piuttosto inquietanti le meteore internazionali Visage, cinque minuti di notorietà con "Fade to grey", qualcuno in più per gli Imagination, con "Body talk". "Our lips are sealed" è il più grande successo del gruppo pop tutto femminile Go-Go's.

Persi e ritrovati

Fire of unknown origin

Fire of unknown origin

Una copertina molto esoterica, brani ("Veteran of the psychic wars") scritti con autori di fantascienza, altri che parlano di zombie che infestano le strade: sono i Blue Oyster Cult, gruppo di hard rock di discreto successo degli anni '80, capace di grandi esibizioni dal vivo, in cui trasformavano canzoni anche non straordinarie in trascinanti ballate rock. Reduci da tre album con ottimi riscontri di vendite negli anni '70, tra cui spicca "Don't fear the reaper", in questo loro ottavo album il quintetto di New York dà il meglio in "Burnin' for you", buon successo di vendite in America, ma soprattutto il pazzo omaggio (dileggio?) a Joan Crawford, immaginata come uno zombie che esce dalla tomba per unirsi a un gruppo di varia umanità che sarebbe a proprio agio in un film di Tarantino, pronti a far scoppiare la fine del mondo. "Veteran of the psychic wars" parla invece del multiverso in cui si muove il "campione eterno", personaggio creato dallo scrittore di fantascienza Michael Moorcock, che scrive a 4 mani il testo della canzone con Eric Bloom, leader dei BOC. La canzone farà parte dell'originale film di animazione "Heavy metal", una specie di rivisitazione in chiave hard rock di "Fantasia".

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