I giochi in cui non servivano "i muscoli", ma grande concentrazione e colpo d'occhio, e almeno la prima ci difettava quando eravamo ragazzini. Mattoni protagonisti, da colpire per rompere un muro, da incastrare per formare file e farli scomparire, da allineare in diagonali, dietro cui nascondersi per non farsi fulminare(!). Ecco i giochi che stimolavano la nostra creatività.

Tetris

Tetris

Una delle 10 cose più caratteristiche del decennio: quattro pixel colorati disposti in varie maniere, che si dovevano incastrare con precisione tedesca, in modo da formare delle righe, che cosí scomparivano, lasciando spazio per altri pezzi, e via fino alla nausea. Ha formato generazioni di ingegneri frustrati, che non riuscivano a superare il primo livello (o "quadro", come si diceva allora, cosí come le vite che si avevano erano "i cannoncini"..)

Disegnato e programmato dall'ingegnere sovietico Alexey Pajitnov, arrivò avventurosamente in America e fu il principale motivo per cui il Gameboy divenne subito un successo strepitoso, prima di arrivare in sala giochi nella versione a colori. Deve il nome dal prefisso greco "tetra", a indicare che tutti i pezzi del gioco hanno quattro elementi: tutti in orizzontale o verticale, due sopra e due sotto nel quadrato o nel pezzo più difficile, quello "a zig zag", o tre sotto e uno sopra nella forma "a T" o in quella "a L". I pezzi possono essere ruotati e poi vanno fatti calare in basso, possibilmente ad incastrarsi con quelli già presenti in modo da formare una linea, che cosí scompare dallo schermo, dando altro spazio di manovra. La tattica più ricercata e quella di maggior effetto è di formare varie linee lasciando un solo corridoio libero, in cui infilare in verticale il pezzo lungo che elimina cosí 4 righe in una volta. Poteva essere giocato in sfida con lo schermo sdoppiato, e l'unico aiuto che aveva il giocatore era di vedere in anteprima il pezzo che sarebbe arrivato dopo quello attivo. Epocale.

Il mitico muro

Pong, il mitico videogioco dei bastoncini che andavano su e giù dietro una pallina virtuale, si evolve e dà origine a Super Breakout, un capostipite nel suo genere, poi abbellito e migliorato con Arkanoid (vedi sotto). Ma niente potrà mai farvi divertire e inc.. più di questo miracolo di essenzialità videoludica (4 kb..), che si giocava con un tipico joystick a rotella, e che ha finito di rovinare i futuri ingegneri che non erano stati intossicati da Tetris. Altamente additivo.

Arkanoid, il muro spaziale

Il mitico Super Break Out, gioco di fine anni '70, conosciuto da noi semplicemente come "Il muro", subisce un restyling a metà anni '80: il risultato é Arkanoid, ambientato nello spazio profondo, con nuovi gadget come la possibilità di allungare il bastoncino o sparare missili, ma fondamentalmente sempre il vecchio gioco del muro di mattoncini colorati da rompere con pazienza.

Una klax wave in arrivo

Se a Tetris me la cavicchiavo non più di tanto, a Klax ero davvero un campione: qui i mattoni erano veramente tali, solo uno per volta e non agrovigliati come quelli di Tetris, ma la difficoltá del gioco non era da meno, soprattutto quando per passare il livello occorrevano realizzare solo combinazioni diagonali. Un nastro trasportatore indirizza verso il giocatore mattoncini colorati, che devono essere allineati in linee di almeno 3, in orizzontale, verticale o diagonale, per poterli eliminare formando un "klax". A seconda del livello, bisogna fare un determinato numero di klax o realizzare un punteggio minimo. L'obiettivo dei veri ingegneri klaxisti (?), però, è la doppia diagonale a X da cinque mattoncini per diagonale, che dà una caterva di punti: per farla, bisogna predisporre i primi otto mattoni dello stesso colore in modo che mettendo il nono mattone nella casella centrale del campo di gioco, nella terza riga e terza colonna, tutto si allinei e la doppia diagonale sia cosa fatta.

Qix

In tutto lo splendore degli 8 bit, con un motore grafico "da paura", ma divertente, sempre tanto divertente, il gioco in cui voi siete un cursore luminoso che deve riempire lo schermo di colonne e quadrati colorati, in modo da imprigionare le malefiche onde che vi vogliono far fuori (mii.. basta con questi acidi..). Con centinaia di versioni successive, soprattutto alcune che "in premio" consentivano di scoprire immagini di discinte signorine, questo é "The original".

Lemmings verso il disastro

Sarebbe un platform, visto come si gioca, o anche un gioco d'avventura, considerata la trama, ma finisce per essere un pazzo, irresistibile, non convenzionale puzzle: i lemmings sono un popolo non molto intelligente e votato al sacrificio estremo, stolti come sono ad andare sempre avanti senza pensare alle conseguenze e ai burroni. Compito del giocatore è "addestrare" alcuni di loro a diventare carpentieri, o minatori, o arrampicatori, per costruire ponti e scavare passaggi per consentire a quasi tutti di tornare a casa. Ahimè, "quasi tutti", perchè in alcuni livelli senza i kamikaze che si fanno esplodere per il bene comune, non c'è possibilità di farcela. Altamente additivo.

L'alieno Qbert lotta per la sopravvivenza

Allucinogeno: Qbert, palla di pelo arancione con due zampe e una specie di proboscide, non si sa perchè ma ha nella vita lo scopo di saltare sui cubi che compongono una piramide, per colorarli tutti dello stesso colore. Questa cosa sembra sia contraria a varie leggi spaziali, e cosí vari allucinanti personaggi sono sulle tracce di Qbert per farlo fuori: il serpente a molla Coily, Ugg e Wrongway, due gremlin viola (!) che rimbalzano lungo i lati dei cubi, Slick e Sam, due ananas verdi (!!). Considerando che ha una falsa prospettiva 3d, il difficile del gioco è capire come spostare la palla di pelo, in diagonale e non in verticale, anche perchè oltre la piramide, c'è il vuoto dello spazio profondo.. brrr...

Bomberman in fuga

Primo gioco di quella che sarebbe divenuta una franchigia di grandissimo successo e che, come Mario bros., si sarebbe poi estesa a tutti i generi di videogiochi e portata su moltissime piattaforme, il Bomberman originale ha una grande semplicità di azione: il protagonista è stanco di fare bombe in una fabbrica sotterranea e decide di scappare verso la superficie, facendosi strada, guarda un po', con le bombe che fa scaturire dalle mani e che gli aprono la strada tra i muri del labirintico sotterraneo, mentre i guardiani sono ovviamente sulle sue tracce per ricondurlo in fabbrica, con le buone o le cattive.

Il calcio versione breakout

Mai stanchi di giocare a giochi di calcio, qualche genio ci diede la possibilità di farlo anche mentre giocavamo ad altro, tipo ad Arkanoid: ecco cosí un connubio ben riuscito in cui i mattoni da colpire sono i difensori della squadra avversaria, e la pallina è un pallone che deve arrivare agli attaccanti sotto porta, che lo possono colpire al volo e spedire in rete, per farci passare il livello. Più si andava avanti, però, più il computere partiva con dei gol di vantaggio da rimontare. Divertentissimo.