I promessi sposi

Lucia e la monaca di Monza

Con uno sforzo produttivo enorme, si parla di 20 miliardi di lire, oltre 10.000 comparse e 2.000 costumi, la Rai riporta sul piccolo schermo il romanzo più famoso della storia della letteratura italiana, replicando il successo del precedente sceneggiato del 1967. I due protagonisti principali, Danny Quinn e Delphine Forest, sono forse la parte più debole del ricchissimo cast internazionale, che annovera Alberto Sordi nelle vesti di don Abbondio, Burt Lancaster come cardinale Federigo Borromeo, Franco Nero nel ruolo di fra Cristoforo, Fernando Rey in quello del conte zio, addirittura Frank Murray Abraham nella figura chiave dell'Innominato e Dario Fo in quello di Azzeccagarbugli.

Con medie di spettatori superiori ai 14 milioni è stato uno degli eventi più visti della televisione italiana degli anni '80, dietro solo le inevitabili partite di calcio di coppa e della Nazionale, e il suo successo ha ispirato la rivisitazione in chiave parodistica del trio Marchesini-Solenghi-Lopez, che nel 1990 realizzarono una folle trasposizione comica del romanzo, conquistando record di ascolti.

Telemike

Mike e alcuni ospiti

Altro derivato della formula classica dei successi a quiz di Bongiorno, in cui alla fine cambiava solo il titolo del programma: le poche novità di questa edizione rispetto ai suoi predecessori sono il gioco dei dadi, in cui i concorrenti possono cimentarsi se non si sentono sicuri sulla materia del raddoppio, e i collegamenti esterni, sia in Italia che all'estero, e addirittura in una occasione anche con la navicella spaziale russa Mir. Mike è affiancato da vari valletti e vallette, tra cui spicca la piccola Roberta Gallese, barzellettiera in erba. Nel gioco vero e proprio, si stacca da tutti Marco Colla, che vince oltre 900 milioni di lire rispondendo a domande sulla storia del Genoa, e Maura Livoli, sgamata da Mike con i foglietti nel reggiseno come nel più triste dei compiti in classe.

Lascia o raddoppia

Il non troppo spigliato Gambarotta

Visto che Mike non ha lo "ius primae noctis" su tutti i quiz della storia della tv, la Rai riesuma il super classico "Lascia o raddoppia" per farne un preserale. La scelta di una strana coppia di conduttori, l'attore Lando Buzzanca e l'autore di programmi, ma certo non conduttore, Bruno Gambarotta, lascia perplessi, e anche la presenza della showgirl Johara non aggiunge niente al programma, che zoppica negli ascolti e ha vita molto breve. Partendo dall'astrusa cifra di 4.687.500 di lire e rispondendo a blocchi di domande sulla materia di competenza, il concorrente poteva arrivare a una vincita potenziale di 300 milioni di lire, che dimezzava se in una puntata giocava il jolly, che gli consentiva di avere un secondo blocco di domande se non era in grado di rispondere a quelle del primo blocco.

Emilio

Il cast di Emilio

Nella redazione dell'improbabile magazine "Virago" Athina Cenci è la dispotica capo redattrice, che bacchetta i suoi inviati (tranne Silvio Orlando, per il quale nutre un "debole"), incapaci di portare in redazione uno scoop decente. Teo Teocoli si sdoppia nei ruoli dell'incompetente inviato sportivo spagnolo Macho Camicio e dello sfegatato tifoso milanista Peo Pericoli, Giorgio Faletti ripropone i suoi "cavalli di battaglia" del Drive in e aggiunge alla lista l'effeminato stilista Franco Tamburino, la costaricana Giannina Facio (chissà perchè imparammo a conoscere questo Paese..) è l'inviata di moda e cronaca rosa, invisa alla dispotica capo redattrice, mentre Zuzzurro e Gaspare imperversano con le loro gag surreali e anche la presentatrice Gabriella Golia si lancia nello show, domandandosi cosa ci faccia in quella gabbia di matti. Al gruppo si aggiungerà poi Gene Gnocchi, nei panni di un bizzarro inviato in mongolfiera che fa servizi in improbabili paesi della provincia italiana su temi che interessano solo a lui, e in seguito gran parte del cast (Gnocchi, la Golia, Teocoli e Orlando) traslocherà alla divertente sitcom "I vicini di casa". Di successo la sigla, "Ahi ahi ahi se faccio un figlio".

Mai dire banzai

Una delle demenziali prove di Takeshi's castle

Debutto televisivo (ma solo in voce) per il trio radiofonico Carlo Taranto, Giorgio Gherarducci e Marco Santin, autori di vari comici italiani con il nome collettivo di Gialappa's band, che imperverserà sul piccolo schermo per tutti gli anni '90. I Giallappi si ispirano ai vecchietti dei Muppet show, criticano tutto e tutti, soprattutto persone e programmi che si prendono troppo sul serio, sottolineandone strafalcioni linguistici ed esagerazioni visive. "Mai dire gol", che oserà prendere in giro la sacralità dell'italico pallone, diventerà il programma cult assoluto degli anni '90, per ora i tre si limitano a "doppiare" sarcasticamente in italiano il "Giochi senza frontiere" giapponese, "Takeshi's castle", rinominando i conduttori Pocoto Pocoto e Mashiro Tamigi, e facendo grasse risate sui costumi dei concorrenti e sulle esagerazioni di giochi davvero sadistici.

MegaSalvi show

Salvi nel suo improbabile quiz

Francesco Salvi dà libero sfogo a tutta la sua comicità surreale in una striscia quotidiana in terza serata di demenziali slogan, parodie, caratterizzazioni che diventa subito cult tra i giovani. Nei pochi minuti del programma, Salvi interpreta tantissimi personaggi: imita il regista Carlo Vanzina, fà lo zio Pino, che cerca di instillare un po' di buon senso nel nipote delinquente, è il capo di una "tremenda" banda di motociclisti, i "Budini molli diesel", e ancora, prende in giro i quiz televisivi con l'improbabile "Ti mando in sollucchero" ed è il detective Perry Naso nel giallo a puntate 27 Totano road. Tutto condito da giochi di parole e nonsense ("Saluti a tutti tranne che a illo, perchè illo ha fatto appelloso"), e da piccoli giocattoli a molla a cui dà improbabili nomi (Categorico, Leccornia), e chiuso da una sigla, "C'è da spostare una macchina", che finisce addirittura in testa alla hit parade.

Europa Europa

La sigla finale con Frizzi e la Gardini

Quando l'Europa era ancora sinonimo di potenzialità e non di "fiscal compact" e "spending review", Fabrizio Frizzi ed Elisabetta Gardini (che poi diventerà parlamentare europea) introducevano gli italiani alla conoscenza dei loro "vicini di casa" con un programma che mischiava show, quiz e approfondimento culturale. Il giornalista Giorgio Calabrese curava i collegamenti dall'estero, in cui mostrava le varie realtà della gente europea, Alessandra Martines e Raffaele Paganini erano le stelle dei vari balletti, Mia Martini l'ospite musicale fissa, il Trioreno si occupava della parte comica e i due conduttori dell'intrattenimento con i vari ospiti e della parte quiz, che aveva come base domande di storia, geografia, notizie varie legate ai paesi europei. Anche il pubblico da casa poteva vincere, rispondendo "Europa Europa" invece del classico "Pronto?" alla telefonata da studio.

Lupo solitario

Il cast di lupo solitario

Prendendo il nome dal disc jockey notturno del film "American graffiti", l'ineffabile Antonio Ricci lancia il primo vero programma "underground" della televisione italiana, con personaggi allora sconosciuti come il corpulento Patrizio Roversi, la sua compagna Syusy Blady, lo strampalato Vito e i gemelli Ruggeri, che gemelli proprio non sembravano. Ambientato su un dirigibile, da cui Roversi finge di captare i segnali di tutte le televisioni mondiali, il programma è pieno di ospiti più o meno famosi e strampalati, da Vanna Marchi a Stefano Benni, agli Skiantos e Elio e le storie tese. La presenza di Eva Robin's, all'epoca al centro di varie speculazioni sul suo sesso, alimentava la curiosità intorno al programma, che sarà poi di fatto "traslocato" nel caotico, provocatorio, censurato "L'araba fenice".

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