In blu in mezzo alla natura

Il villaggio dei Puffi

Comparsi su striscia addirittura nel 1958, "ospiti" della serie "Johann et Pirluit", dal 1983 colonizzeranno le televisioni di mezzo mondo con le loro simpatiche avventure e il "puffese", la vera trovata geniale del cartone: alti "due mele o poco più", ecco le storie del Grande Puffo e dei suoi discepoli blu..

La storia

Il grande puffo

Nel mezzo di una foresta europea, probabilmente dalle parti del confine franco-belga, vive uno strano popolo di piccoli omini blu: i puffi. Nè gnomi, nè nani, sono strane creature, tutti vestiti in modo uguale, con cappellone e pantaloni bianchi, e vivono in buffe case a forma di fungo. Nel loro villaggio, molto "comunista", tutti mettono a disposizione il proprio lavoro e le puffbacche di cui si nutrono, che raccolgono nel bosco. Seppure vivano senza leggi, sono guidati e illuminati dal Grande puffo, il più anziano e saggio del villaggio, dall'alto dei suoi 542 anni, l'unico con cappello e pantaloni rossi, che passa le giornate a supervisionare le varie attività dei suoi puffi, o in laboratorio a preparare strane pozioni magiche. Quella più potente che abbia mai preparato ha reso il villaggio dei puffi invisibile al mondo esterno, tanto che nessun umano vi può accedere, se non guidato da un puffo. Gargamella Brutta notizia, questa, per il mago Gargamella e la sua gatta Birba, che vorrebbero mettere le mani su qualche puffo, la gatta per mangiarseli come un manicaretto, il mago per completare una mitica pozione in grado di fargli realizzare la pietra filosofale, che trasformerebbe tutti i metalli in oro.

Puffetta

Frustrato continuamente nei suoi tentativi di acciuffare gli omini blu, Gargamella non si perde comunque mai d'animo, fino ad arrivare a una pensata geniale: creare il primo puffo femmina, che gli consenta di far breccia nelle protezioni del villaggio. Ma la sua creazione, brutta e sgraziata, grazie all'affetto dei puffi e a un pizzico di magia del Grande puffo, diventa l'adorabile Puffetta. Le giornate dei puffi, nonostante Gargamella, scorrono tranquille, sempre a contatto di Madre Natura, che gli omini blu rispettano come una vera madre. Inizialmente 100, il loro numero aumenterà sempre più (per la disperazione di chi li collezionava): la loro peculiarità è che sebbene si vestano tutti allo stesso modo, sono ben diversi per carattere, ed è proprio questo, o un particolare fisico, che dà loro il nome proprio. Cosí, c'è Quattrocchi, il saccente autonominato braccio destro del Grande puffo. Sempre pronto a sottolineare gli sbagli dei suoi amici, condisce le sue frasi con interezioni tipo "Che è meglio..". Finirà spesso a gambe all'aria, scaraventato via dai propri scocciati compagni.. Il golosone del villaggio, si chiama, guarda un po'.. Golosone.

Brontolone e Quattrocchi

Oltre che mangiarli, i dolci Golosone li fà anche, e infatti è l'unico puffo con il cappello diverso dagli altri, da chef. Altro puffo.. particolare è Vanitoso, sempre intento a rimirarsi nello specchio, ancora, ci sono Forzuto, il puffo palestrato, Tontolone, quello un po' sciocco, Architetto, che indovinate un po' cosa fa, e soprattutto Brontolone, uno dei più simpatici, sempre incline all'incavolatura, come tutti noi di lunedi, inizia le sue frasi con il classico "Io odio..", a cui segue tutto quello che i puffi stanno facendo in quel momento, anzi.. che stanno puffando in quel momento. Si, perchè è proprio la strana lingua dei Puffi un altro motivo del loro successo: con il verbo "puffare", gli omini blu sostituiscono centinaia di verbi, ed è solo dal contesto che si capisce di cosa stiano parlando. Portati recentemente al cinema in due storie in 3D, hanno avuto un successo straordinario in tutto il mondo.

Il successo del cartone

Un successo planetario, un autentico fenomeno di costume, che fece arricchire il loro creatore, Peyo, i venditori di merchandising, in particolare delle loro statuette, e soprattutto Cristina D'Avena, che avrà venduto miliardi di copie dei dischi delle loro sigle.

Fattore anni 80: 9

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